La ricostruzione del FIAT 2000

Un progetto molto ambizioso e difficile da realizzare, ma questo non ci ha fermati dal portarlo a termine: la ricostruzione del Fiat 2000, o meglio, la ricostruzione del primo carro armato italiano, andato perso oramai da tanto tempo.  Questo progetto però ha dato i suoi frutti riportando alla luce un pezzo di storia italiana che si stava perdendo.

Grazie alla caparbietà e la lungimiranza di un imprenditore italiano, il signor Giancarlo Marin, questa impresa si è realizzata e finalmente i visitatori del Museo Civico delle Forze Armate 1914-1945 possono ammirare questo capolavoro dell’ingegneria italiana.

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Sulla scia dell’anniversario della fine della Grande Guerra abbiamo deciso di riportare alla luce un pezzo della nostra storia: Il Fiat 2000.

Studiando e ricercando la storia di questo colosso da 40 tonnellate, è emerso che era decisamente un’innovazione tecnologica, anche perché prima di lui carri armati non ne esistevano. Perciò ci siamo chiesti perché ricostruire il Fiat 2000? Semplice! Perché si tratta di un monumento al genio italiano; pur con tutti i suoi difetti, infatti, il carro poneva delle basi essenziali ed innovative per i successivi sviluppi delle forze corazzate.

Tutto parte nel 2017, proprio nel centenario della costruzione del primo Fiat 2000, dove un gruppo di esperti conoscitori di mezzi corrazzati getta le basi ricercando materiale documentale che facesse riferimento primo carro italiano, riuscendo rintracciare qualche fotografia e qualche schema grafico. Questa non era che una parte del tutto e non era, di certo, sufficiente per partire con l’opera.

Fortunatamente, siamo riusciti reperite delle informazioni riguardanti un modello chiamato il “Quarello” che risaliva agli anni ’20. Si tratta di un modello molto dettagliato del Fiat 2000 realizzato in legno in scala 1:5, con probabili scopi dimostrativi. Finalmente la chiave di svolta per questo progetto! Grazie al modello abbiamo potuto sviluppare i progetti per realizzare la riprogettazione del carro. In particolare, per fare questo ci ha aiutato Mauro Italiani, sergente pilota dei carristi e capo della sezione ANCI di Zeccone (PV), che ha rilevato tutte le quote di interesse, ha studiato il funzionamento della cingolatura e del sistema dei carrelli e quindi riprogettare il Fiat 2000.

Tuttavia, mancavano delle informazioni sugli interni, il sistema di trasmissione del moto, la rotazione della torretta, la parte non visibile del terreno del rotolamento e la disposizione dei serbatoi del carburante.

Il progetto è approdato anche negli Stati Uniti, dove sono state rinvenute le fotografie dei piani di costruzioni della casamatta, ossia la torretta, anch’esse un ritrovamento cruciale per la realizzazione del progetto.

Anche il web ci è stato utile pe reperire informazioni, infatti molti spunti sono arrivati da ricerche in archivi digitali, ma anche si è scoperto che attraverso i social è stato possibile reperire informazioni che erano in possesso di privati per riuscire a completare le parti mancanti del progetto del Fiat 2000.

Finora abbiamo parlato di progetti, ma chi può realizzare un’impresa tanto ambiziosa? Di certo una persona con esperienza nel campo meccanico, ma anche un po’ folle nel credere ad un’impresa del genere. Questa persona è proprio il nostro Presidente Onorario il signor Giancarlo Marin, navigato capitano d’impresa, ha visto nel progetto una sfida dalla quale non poteva sottrarsi, così nel 2018 avviò il cantiere del Fiat 2000.

Tra il 2019 e il 2020 le ricerche documentarie non si sono fermate, facendo sì che potessimo ritrovare ancora altri disegni, riguardanti la cupola, presso gli archivi Ansaldo. E ancora negli Stati Uniti, negli archivi di Stato, abbiamo ritrovato un’importante serie di disegni con caratteristiche costruttive del treno di rotolamento, la sistemazione dei serbatori del carburate, il dispositivo tendicingolo e molti altri particolari importanti per il progetto.

Grazie ad un team di esperti tecnici meccanici è stato possibile trasformare tutto quanto era nella carta in un vero e proprio colosso di quasi 40 tonnellate di acciaio, con tanto di motore che gli permette di muoversi. In soli due anni di lavoro si è completata l’opera e finalmente nel giugno del 2021 il Fiat 2000 entra ufficialmente a far parte della collezione del Museo civico delle Forze Armate 1914-1945.

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Timeline

Prima fase

Pianale e telaio della struttura del carro armato Fiat 2000.

Seconda fase

Parete frontale superiore sagomata e cupolino del pilota.

Si evidenza il mozzo di destra della ruota motrice relativa.

Terza fase

Dettaglio del sistema di rotolamento del Fiat 2000.

Quarta fase

Visione di fianco con evidenza della piastra laterale, della ruota del rinvio e dei carrelli.

Quinta fase

Dettaglio dell’interno dello scafo del Fiat 2000.

Sesta fase

Dettaglio della ricostruzione della cupola.

Settima fase

Prima fase della realizzazione della livrea mimetica del Fiat 2000.

Il completamento del progetto

Il carro armato FIAT 2000 ricostruito.

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